UN ALTRO PIANETA
Favoletta scritta male, tradotta peggio, non corretta e politically incorrect di Peter Boom
C’era una volta un altro pianeta abitato da strane bestiole per metà cani e per metà umanoidi.
Le bestiole avevano attitudini e usanze simili a queste due categorie, erano operose, furbe ed alcune anche intelligenti, dediti a peccati belli e brutti.
Nella città più importante era stata costruita una cuccia gigante, nella loro lingua chiamata “Ano”, da non confondere con quel organo da dove defluiscono le cose digerite. I sudditi del grande capo Ano erano chiamati Ani, molto ossequiosi e
obbedienti al loro capo, che un giorno sì e un altro giorno pure ricordava sulla grande piazza del “Ano” come le povere bestiole si dovevano comportare. Non si esponeva a contraddittori, lui d’altronde aveva la verità in tasca e solo lui sapeva elargire i buoni consigli che gli venivano direttamente trasmessi via internet da un pianeta superiore.
Il popolo delle bestiole, essendo naturalmente pansessuale esattamente come la razza dei cani e la stirpe degli umani, faceva di tutto per nascondere le proprie innate peccaminose tendenze e per farsi perdonare portavano molti regali, cibo e denari al grande Ano, che grazie al suo sconfinato ed arrogante potere, in parlamento fece votare per mezzo dei suoi fedeli politici molte leggi contro natura, pestando con i suoi stivali neri i più elementari diritti civili.
La sua organizzazione capillare aveva mietuto nei secoli milioni di vittime e guastato la vita a miliardi con le sue immorali regole ed imposizioni.
Ma vicino ad “Ano” si trovava una grande squola dove venivano istruite le bestiole
giovani più intelligenti nelle diverse scienze e la Scienza, questo si sa, è sempre stata una spina nel fianco dei grandi capi Ano. In questa squola gli enti+ insegnavano agli enti- per far diventare anche loro enti+ e molti enti+ e -, avendo studiato tanto, non sopportavano più il grande capo Ano che interpretando a suo modo un libro antico e antiquato si era reso veramente antipatico anche perché non teneva conto della vera legge della natura. Infatti, la natura intesa scientificamente non gli avrebbe permesso più di esercitare tutta quell’influenza sulla massa sempre più informata delle bestiole. Non sarebbe più stato in grado di imporre ad una bestiola che non si poteva divertire sessualmente con un’altra bestiola, cosa che valeva anche per i bestioli. Tentava di imporre l’antiscientifica teoria della creazione, una balla talmente grande che soltanto i creduloni potevano crederci ancora. Voleva altresì imporre l’origine anona a tutto il pianeta, disconoscendo tutte le altre origini anche quelle molto più antiche.
Tutti i politici dovevano essere concordi con lui (anche per non fargli pagare la Impostori Causa Imposte), voleva una società basata su certi principi irrinunciabili, faceva una continua pubblicità su tutti i mass media attuando una forte censura sotterranea ed esponeva il suo ano fisso dappertutto, anche dove non doveva stare.
Molti suoi ani peccavano gravemente ed allegramente ed abusavano a mente serena delle piccole bestioline e dei piccoli bestiolini. Questi ani se lo potevano permettere perché il grande Ano e i suoi gerarchi tenevano rigorosamente segreti questi misfatti (se no che esempio avrebbero dato) e spostavano gli ani pedofili, se scoperti, in altra sede, dove poi, grazie a questa impunità, potevano ricominciare con il loro turpe vizio godendo delle loro piccole vittime traumatizzandole per sempre.
Non c’era dunque da meravigliarsi che gli enti+ e gli enti- cominciarono a protestare contro chi era responsabile di questo grave pluri-favoreggiamento ed altre corruzioni (tra l’altro neanche prese in considerazione dai politici concordi e conniventi).
Nella prossima puntata di questa favoletta, della quale do piena liberatoria per la libera diffusione su tutti i mass media e nella quale naturalmente non si allude ad alcuna persona, vedremo come va a finire.
Peter Boom.