Noi e i gay, un problema di uguaglianza

Riproponiamo il discorso del premier spagnolo, all’indomani dell’approvazione della nuova legge sul matrimonio (nel giugno 2005). Sembra un’utopia pensare poter di sentire, un giorno, parole come queste pronunciate dal presidente del consiglio italiano.

“NOI E I GAY, UN PROBLEMA DI UGUAGLIANZA”

di José Luis Zapatero

Come cittadino mi sento orgoglioso del fatto che il nostro paese sia un riferimento per l’uguaglianza e il rispetto.

Come uomo aspiro a che il nostro paese sia un esempio di convivenza con uguaglianza piena di diritti per tutti. Come premier del mio paese debbo assumere la sfida di fare della Spagna un simbolo di pace e di tolleranza. La legge che consente il matrimonio agli omosessuali ci fa migliori come paese perché dà dignità a persone che per molti anni hanno subito ingiustizie.
Questa legge non toglie diritti a nessuno, ma finalmente riconosce dignità agli omosessuali. Questa legge appoggiata dalla maggioranza dei cittadini, della politica e del Parlamento, è il simbolo di ciò che deve essere una moderna democrazia. Non è mai stato facile lavorare per l’uguaglianza, ci sono state sempre resistenze a che noi tutti, uomini e donne, indipendentemente da qualsiasi differenza, fossimo liberi ed eguali. Per lungo tempo i collettivi di lesbiche, gay e transessuali hanno saputo mantenere la speranza che un giorno quella discriminazione potesse scomparire nel nostro paese. Molti di loro hanno offerto grandi prove di coraggio seguendo il sogno di un paese dove nessuno fosse discriminato.
La rivendicazione al diritto al matrimonio tra persone dello stesso sesso emana dallo spirito stesso della Costituzione. È una proposta di riforma che non solo non va contro nessuno, ma della quale beneficerà tutta la società, perché aggiunge senza togliere. La nuova legge implicherà un allargamento del diritto che ha ogni essere umano di scegliere liberamente il cammino della sua vita e la ricerca della propria felicità. C’è in gioco molto di più della possibilità di sposarsi. È il riconoscimento della pienezza come esseri umani, della dignità, della uguaglianza incondizionata. Rimane sempre molto da fare, benché a partire da adesso esisterà un prima e un dopo. È una data che passerà alla storia come il giorno in cui lesbiche e gay furono riconosciuti e raggiunsero l’uguaglianza formale. Un giorno in cui si riconoscerà anche la memoria di quanti sono stati vittime dell’omofobia, del maschilismo, della incomprensione e della intolleranza.
In momenti come quelli che stiamo vivendo, sentiamo l’orgoglio civico di appartenere ad un paese moderno che rinforza la sua coesione con leggi e politiche di libertà ed eguaglianza. La Spagna sta compiendo un passo decisivo che la consoliderà nel mondo come simbolo di pace diritto e tolleranza. Noi spagnoli non lo siamo sempre stati, ma possiamo e dobbiamo esserlo adesso. Così ogni giorno diventeremo un paese migliore.”