L’approvazione in Consiglio Regionale della delibera 263, che chiede l’istituzione della Festa della Famiglia Naturale, è un atto barbaro e profondamente ingiusto; la mozione nel suo complesso è un testo attivamente discriminatorio, che divide le famiglie ed i bambini in due categorie: quelli provenienti da famiglie eterosessuali come famiglie e bambini di serie A e quelli provenienti da famiglie omogenitoriali e monogenitoriali – che in Italia sono oltre il 15% del totale (dati Istat) e nella sola città di Milano sono oltre il 30% – come bambini di serie B.
La mozione, sostenendo esplicitamente l’incapacità di gay e lesbiche a costituire una famiglia, e la non legittimità e parità delle loro unioni, ha istituito una Festa della Famiglia Naturale, dove intende solo ed esclusivamente celebrare l’unione tra uomo e una donna come superiore ad altre unioni. Si tratta del primo caso in Europa occidentale di festa istituita contro qualcuno e con chiaro intento discriminatorio. Come se non bastasse, questa mozione prevede anche azioni attive di propaganda antigay nelle scuole e la non applicazione dei protocolli Europei contro l’omofobia e la discriminazione.
Nel dibattito in Consiglio Regionale i presentatori della delibera hanno sostenuto l’intento e la necessità di discriminare le famiglie omogenitoriali e tutte le unioni diverse da quelle formate da uomo e donna. Ciò non coinvolge soltanto persone omosessuali, ma anche figli, famiglie con divorziati e genitori single. La Delibera è stata approvata con i voti di Lega, NCD, Forza Italia, Lista Maroni, mentre PD, M5S e Patto civico hanno abbandonato l’aula per protesta. Come Arcigay a livello nazionale e regionale abbiamo già chiesto alla Giunta Regionale di non dare seguito a questo provvedimento discriminatorio ed incostituzionale, per salvaguardare questo storico territorio di accoglienza e proteggerlo da una deriva pericolosa, volta a cancellare le libertà, l’uguaglianza e i diritti.
Nel furore ideologico che ha portato alla presentazione di questa mozione, fra l’altro firmata persino dai consiglieri della provincia di Cremona Salvatore Carlo Malvezzi (NCD) e Federico Lena (LEGA), dimostrando una sensibilità democratica ed istituzionale alquanto limitata, non si è tenuto conto del rischio di ripercussioni internazionali sulla Lombardia e sul suo tessuto economico e produttivo, come già successo alle nazioni Islamiche o Africane che hanno varato iniziative simili. Siamo una nazione occidentale e queste derive da Arabia Saudita o da Russia di Putin difficilmente vengono perdonate dalle aziende, dalle multinazionali e dagli operatori turistici che sono massicciamente presenti in Lombardia e che saranno coinvolte in EXPO 2015.
Possibile che per acquisire il consenso di qualche gruppo fondamentalista religioso, Malvezzi e Lena sostengano tutto ciò, esponendo la nostra Regione alla censura internazionale e allo scherno di tutti gli altri paesi occidentali, oltre che alla possibilità di subire notevoli ripercussioni economiche in un periodo di così profonda crisi?
Gabriele Piazzoni
Presidente Arcigay Cremona “La Rocca”