Giovani GLBT a rischio suicidio

Nel giro di pochi giorni diverse notizie hanno riguardato il suicidio o il tentato suicidio di giovani omosessuali a causa della difficoltà di essere accettati in famiglia.

I GENITORI NON LO ACCETTANO, SI TOGLIE LA VITA
11 luglio 2006

Stefano aveva 24 anni. Era un ragazzo solare, amante del Tiro e delle armi. Non ha lasciato messaggi.
Ci sarebbe la vergogna di sentirsi rifiutato dai genitori, dopo aver detto loro di essere gay, all’origine del disperato gesto con cui Stefano Walpoth, 24enne di Cortina d’Ampezzo, si è tolto la vita.

Il ragazzo si è sparato, lasciando nello sbigottimento gli amici e la famiglia, molto ben in vista in città. Il giovane non ha lasciato alcun biglietto e nei giorni immediatamente successivi al suicidio a Cortina nessuno sapeva spiegarsi le ragioni di un gesto tanto disperato, da parte di un ragazzo solitamente sorridente, appassionato di Sud Tirol, amante delle armi. Stefano infatti possedeva una pistola e con quella si è tolto la vita. Ieri gli amici hanno timidamente aperto la nuova pista dell’orientamento sessuale, con una lettera in cui spiegano che Stefano ultimamente aveva svelato loro di sentirsi bisessuale e soffriva per gli scherni subiti a causa di questa rivelazione.
Alcune indiscrezioni trapelate dalla cerchia degli amici del ragazzo parlano invece del litigio corso tra Stefano e i suoi genitori. Il ragazzo avrebbe svelato ai suoi il proprio orientamento sessuale, ma i genitori avrebbero reagito molto male, mostrando il proprio disagio al figlio, che qualche giorno dopo si è tolto la vita. I genitori ai giornali hanno riferito che Stefano era triste perché era stato lasciato dalla sua ragazza. La stessa ragazza che insieme ai suoi amici ha scritto la lettera per raccontare la verità.
«Non scriviamo per ricordare le qualità e le azioni dell’amico Stefano Walpoth, né per raccontarne la triste storia. Vogliamo invece rendere giustizia al vero, perché non accettiamo che l’ignoranza dilaghi proprio dove c’è tanto da meditare e che si perda una tanto drammatica quanto preziosa occasione per crescere individualmente e socialmente. Da tempo Stefano attraversava un periodo molto difficile e da anni faceva i conti con quello che per lui era un grosso problema, l’ essere bisessuale. Per molto tempo il suo malessere ed il disagio interiore sono stati così intensi e pesanti da farlo costantemente pensare al suicidio come unico modo per uscirne, ma poi, pur rimanendo in una situazione molto critica, aveva debolmente ricominciato a respirare le gioie della vita, a risalire dal fondo toccato. Il nostro aiuto e sostegno sono stati fondamentali in questo e sapevamo che sarebbe stata ancora lunga perché arrivasse a stare di nuovo bene. Alcuni di noi erano le uniche persone con cui si confidasse. Gli è poi successo di incontrare il disprezzo, lo scherno e gli spregi di chi invece più di tutti doveva offrirgli amore, rispetto ed accettazione incondizionati: questo è umanamente vergognoso ed inaccettabile. Non ci sembra necessario, anche se purtroppo non sarebbe superfluo, proseguire oltre. Ciao, Wolz, ti ricorderemo sempre. I tuoi amici».
Accuse dunque pesanti e dirette verso i genitori del ragazzo. Chi scrive aveva avuto notizia da qualche giorno della verità su questo suicidio. Ho preferito attendere gli sviluppi. In redazione a GAY.tv sono arrivate email da vari ragazzi che conoscevano Stefano. Quegli stessi ragazzi che poi si sono fatti forza l’un l’altro e hanno preso carta e penna per dare una lezione di vita ai genitori. Ai quali il destino della propria condizione di ignoranti ha già inflitto la più atroce delle pene. Quanto agli amici. No: Stefano non lo riavranno mai più indietro.

giuliano.federico(at)gay.tv


ITALIA – RAGAZZO GAY ANNUNCIA SUICIDIO IN CHAT
2 agosto 2006 – Il Tempo

Il piano sventato dai poliziotti.
Cassino – Gli agenti del commissariato di polizia di Cassino hanno salvato la notte scorsa un 15enne che aveva manifestato in una chat l’intenzione di togliersi la vita. Il ragazzo si era confidato in una linea gay con un giovane di Roma che ha subito allertato le forze dell’ordine, fornendo il nick (identificativo) del ragazzo. Gli agenti sono riusciti a risalire in breve tempo alla linea telefonica da cui era collegato il giovane e hanno bussato alla porta della sua abitazione.
In casa con lui c’era soltanto la mamma a cui gli agenti hanno spiegato le intenzioni del figlio.
Il ragazzo è stato affidato ad uno psicologo ed avrebbe raccontato di non sapere come confessare ai suoi genitori molto “all’antica” di essere gay e di avere avuto una brutta delusione proprio da una persona conosciuta in chat.