Cremona: mozione per la trascrizione dei matrimoni omosessuali

Fonte: http://www.huffingtonpost.com/

Apprendiamo con soddisfazione la notizia della presentazione in Consiglio Comunale a Cremona della mozione per la trascrizione dei matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso, da parte della consigliera comunale Lucia Lanfredi.
Come noto nel nostro Paese è in corso un conflitto istituzionali senza precedenti su questa tema, un conflitto che vede contrapposti i Sindaci delle grandi città Italiane e il Ministro degli Interni Angelino Alfano, che ha ordinato ai Prefetti di procedere all’annullamento degli atti di trascrizione dei matrimoni tra persone omosessuali, cioè la registrazione nei comuni degli atti di matrimonio fra persone dello stesso sesso stipulati nei Paesi che lo consentono (ad oggi unidici stati europei, ventiquattro stati USA, Canada, Sudafrica, Argentina, Brasile ed altri ancora).

Ora anche la Città di Cremona sarà chiamata a pronunciarsi e a prendere posizione su questo tema. Confidiamo che in Consiglio Comunale si possa creare una ampissima maggioranza trasversale, così da associare il nome di Cremona a quello di Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli, Palermo e alle tante altre città che si stanno schierando apertamente per il riconoscimento di una piena parità di diritti fra le differenti forme familiari, trattate alla stesso modo dallo Stato quando si tratta di incassare le tasse e imporre obblighi, ma discriminate quando si tratta di avere parità di trattamento per l’accesso ai diritti basilari dell’istituzione familiare.
La questione fra l’altro è abbastanza semplice, i Sindaci che hanno già avviato la trascrizione non vogliono andare contro le leggi dello Stato, semplicemente i Sindaci e le città che hanno preso questi provvedimenti cercano di supplire alla latitanza del parlamento e al vuoto normativo riguardo alla trascrizione di questi matrimoni. Non esiste infatti una legge che la proibisce, e il ministro Alfano si è dovuto appellare a non ben precisati “motivi di ordine pubblico” per giustificare la circolare ai Prefetti. Come chiunque può capire la motivazione non sta in piedi, e già la magistratura, quando è stata chiamata ad esprimersi come a Grosseto, ha ordinato al Comune di trascrivere nei registri dello stato civile il matrimonio tra persone dello stesso sesso celebrato all’estero, con una chiara motivazione: «Non è contrario all’ordine pubblico, è valido e produce effetti giuridici nel luogo in cui è stato pubblicato”.
Fino a qualche anno fa il Viminale poteva definire i matrimoni fra gay o lesbiche “contrari all’ordine pubblico”: dopo che la Corte Europea dei diritti umani ha sancito che nell’ordinamento europeo il concetto di matrimonio include quello fra persone dello stesso sesso questo non è più possibile. Se si vuole togliere il tema dall’iniziativa dei comuni e dalle aule dei tribunali c’è un solo modo, chiesto apertamente anche dalla Corte Costituzionale: il Parlamento faccia presto una legge, perché il Paese non può più aspettare.
Cremona avrà il coraggio di schierarsi a fianco delle altre grandi città in questa partita per il pieno riconoscimento dei diritti civili ai propri cittadini?
Noi pensiamo di sì.

Gabriele Piazzoni – Presidente Arcigay Cremona “La Rocca”