Il Consiglio regionale della Lombardia approva l’adesione al family-day e una mozione contro la proposta di Legge sui Dico che impegna la Regione a cercare strumenti giuridici per permettere alle Amministrazioni comunali di rifiutare la registrazione delle coppie dello stesso sesso. I Comitati Arcigay della Lombardia rispondono con un comunicato.
DAL SUD ITALIA I GIOVANI DI ARCIGAY DIVENTANO RETE: “REALIZZIAMO I SOGNI DI UNA GENERAZIONE DI ESCLUSI”
Dal 16 al 18 marzo 2007 si è tenuto a Napoli il primo meeting nazionale di Arcigay Giovani, la rete giovanile dell’associazione lesbica e gay italiana nazionale. Il meeting dal titolo “Metti in circolo il tuo amore” ha visto la partecipazione di 24 ragazze e ragazzi di età inferiore ai 26 anni provenienti dai comitati provinciali Arcigay di tutta Italia, da Torino a Siracusa.
Domenica 25 marzo dalle 17,30 sono convocati presso il Luogocomune Arci l’Assemblea ed il Congresso del Comitato Provinciale Arcigay La Rocca Cremona, in preparazione al XXII Congresso Arcigay che si terrà in maggio a Milano. Sono invitat* a partecipare i soci e le socie Arcigay iscritti al Comitato Provinciale o residenti nelle province di Cremona e Lodi. Per candidarsi alle cariche associative (Presidente, Vice Presidente, Consigliere, Revisori dei Conti) inviare una mail a cremona(at)arcigay.it
Il disegno di legge (ddl) varato giovedì 8 febbraio dal Governo sulle unioni civili è un inaccettabile compromesso al ribasso che scontenta le persone direttamente interessate, tenta di compiacere le gerarchie ecclesiastiche, introduce l’acrobazia lessicale per superare gli ostacoli politici, legittima la disuguaglianza, ma soprattutto non risolve i problemi e le preoccupazioni concrete che le coppie omo ed eterosessuali affrontano ogni giorno.
Di seguito potete anche leggere la lettera ai parlamentari cattolici sui DI.CO. di Don Vitaliano della Sala.
I DI. CO. sono un passo avanti di civiltà
Ai parlamentari cattolici italiani
Signore e signori parlamentari cattolici,
ultimamente su Avvenire è stato giustamente riaffermato che “la Chiesa annuncia ciò che ritiene essere il bene di tutti correndo – se serve – il rischio di apparire testarda pur di salvare il futuro della persona e della società. Anche guardando oltre lo sguardo talora corto della politica. Libera Chiesa in libero Stato, disse la rivoluzione liberale. Libero Stato, ma libera anche la Chiesa di insegnare, senza le bacchettate e le correzioni di linea di autorevoli ma improvvisati maestri”.