Il suicidio di Dominique Venner nella cattedrale di Notre Dame a Parigi per protestare contro la definitiva approvazione della legge che consente il matrimonio egualitario in Francia colpisce molto, perché la modalità del suicidio come forma di protesta è stata praticata più volte nel corso della storia umana, ma questa è forse la prima volta che questa forma estrema di rivendicazione viene usata non per rivendicare dei diritti che sono negati, ma per chiedere che vengano negati dei diritti ad altri.
Questo episodio mostra come le idee che mirano a prevaricare e soffocare le diversità all’interno di una società, possano avere dei risvolti così violenti, da colpire non solo le persone omosessuali, ma addirittura a portare chi le propugna al gesto estremo di porre fine alla propria vita, pur di non vivere in una società che concede la libertà a tutti di vivere la propria esistenza liberamente e nel rispetto delle reciproche diversità. Questo gesto è stato così assurdo da mostrare come Dominique Venner fosse affetto da un caso evidente di omofobìa, che da definizione accademica, è la paura e l’avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità. Paura e irrazionalità che in questi giorni di grandi conquiste dei diritti civili in molti paesi del mondo, Europei e non, possono trovare in menti deboli e confuse terreno fertile per spingere a comportamenti assurdi contro se stessi e contro gli altri, proprio come avvenne negli Stati Uniti e in Sud Africa con l’estensione della completa parità di diritti tra bianchi e neri.
È necessario che la società tutta si impegni a respingere ancor più duramente queste idee retrograde ed oscurantiste che hanno ucciso Dominique Venner, a suo modo vittima dell’omofobìa.
Gabriele Piazzoni – Presidente Arcigay Cremona “La Rocca”