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Riconoscimento di 2 mamme a Crema. La risposta di Emy

Oggi, 9 agosto, è stata pubblicata sul quotidiano “La Provincia” anche la risposta di Emy, la mamma per la quale la sindaca Stefania Bonaldi ha firmato la dichiarazione di riconoscimento lo scorso 2 agosto.
Anche in questo caso, teniamo a pubblicare il testo completo della lettera. Una lettera appassionata e grintosa, come solo UNA MAMMA SA ESSERE!

Gent.le Direttore, vorrei rispondere alla polemica del sig. Antonioli.

Sig. Antonioli, normalmente non mi curo delle opinioni sprezzanti delle persone che non ci conoscono, ma una cosa mi disturba assai nel suo giudizio: il fatto che lei sia capace di augurare a mio figlio “un avvenire affettivamente e sessualmente assai problematico”. Lei si sbaglia! Non solo perché fior fiore di ricerche dimostrano il contrario, ma anche perché se avesse l’opportunità di conoscere Rocco si ricrederebbe. Dovrebbe vergognarsi delle sue affermazioni, frutto di una ideologia cieca e zeppa di odio! Nostro figlio avrà un avvenire splendido perché è un bambino desiderato, amato e accudito nel migliore dei modi, tanto da noi quanto dalle nostre famiglie e dalla folta rete sociale illuminata che ci circonda.

Si rassegni Sig. Antonioli! Rocco ha DUE MAMME! Io sono a tutti gli effetti sua madre tanto quanto lo è la mia compagna che lo ha dato alla luce all’interno di un PROGETTO di coppia saldo e stabile; un percorso durato anni, caratterizzato da attente riflessioni e valutazioni. E lo ero anche prima dell’atto della Sindaca Stefania Bonaldi che, pubblicamente, voglio ringraziare per l’intelligenza, la determinazione e il coraggio dimostrato nello schierarsi al nostro fianco assicurando così a Rocco un futuro ancor più sereno e al riparo da individui esecrabili come lei.

Emiliana Zigatti

Qui il link all’articolo precedente:
http://www.arcigaycremona.it/riconoscimento-di-2-mamme-a-crema-la-polemica-su-la-provincia/

Riconoscimento di 2 mamme a Crema. “LA POLEMICA” su La Provincia.

Lo scorso 6 agosto è apparsa sul quotidiano “La Provincia” la lettera del sig. Guido Antonioli di Pandino, il quale commentava la dichiarazione di riconoscimento di due mamme da parte della sindaca Stefania Bonaldi di Crema.
Guido Antonioli sostiene nella sua lettera al giornale che il figlio della coppia di donne (come tutti quelli nati da coppie omogenitoriali) sia “eugeneticamente selezionato, fabbricato e mercificato” e che il bambino avrà un avvenire “affettivamente e sessualmente assai problematico”. Il sig Antonioli dipinge per i lettori un quadretto grottesco e offensivo della famiglia di cui parla, descrivendola così: “una mamma naturale, un padre sconosciuto e l’amante femmina di sua madre”.
La nostra risposta è no: quella famiglia è composta da un bambino e dalle sue due mamme. Punto. Le affermazioni di Antonioli mettono in luce quanto alcune persone abbiano ancora, purtroppo, le idee molto confuse su cosa significhi davvero essere genitore!

Ilaria Giani, presidente di Arcigay Cremona, ha risposto a quella “polemica” con una lettera apparsa stamattina su “La Provincia”.  Il quotidiano ne ha pubblicato una versione ridotta, qui invece trovate il testo per intero (le parti tagliate sono qui riportate in grassetto):

Gentile direttore, scrivo in risposta alla lettera di Guido Antonioli riguardo il riconoscimento della genitorialità di due persone dello stesso sesso.
Antonioli, facendo riferimento alle due mamme accolte a Crema dalla sindaca Bonaldi, dice che non si tratta di “due madri, ma di una madre e un padre sconosciuto”.
Credo che prima di affrontare il discorso dovremmo accordarci sul significato da dare ai termini. In particolare: cosa significa “padre” e “madre”?
Cosa fa di un genitore, un genitore: la somiglianza fisica e il patrimonio genetico? O l’amore e la cura nei confronti di quel bambino o quella bambina?
Ecco, io credo che la risposta giusta sia la seconda. È dimostrato che avere dei genitori eterosessuali non è garanzia di benessere per il bambino. Fior di studi sono giunti alla conclusione che nei figli di coppie omosessuali non c’è un’incidenza di disturbi maggiore che per i figli di coppie eterosessuali, né di presunti sviluppi “affettivamente e sessualmente” problematici.
Il dibattito su questo tema però è ancora caldo. Per molte persone un bambino ha il cosiddetto “diritto ad avere un padre e una madre”. Negare la genitorialità a una persona per questo motivo è però sbagliato e ingiusto nei confronti di tutte le parti coinvolte. Un po’ come se, in virtù del diritto di un bambino di avere genitori sani, i genitori con qualche patologia o disabilità non fossero riconosciuti tali.
Davvero queste caratteristiche o condizioni, che non c’entrano nulla con l’amore e la cura, possono far sì che sia disconosciuto quello che una persona fa per il proprio bambino o bambina?
Ammesso e non concesso quindi che per i bambini la famiglia omogenitoriale comporti uno svantaggio di qualche tipo (e, come è dimostrato dagli studi, non lo è intrinsecamente, ma caso mai lo diventa per gli ostacoli e i pregiudizi con cui la società “accoglie” le loro famiglie), non sarebbe comunque un buon motivo per infierire e punire quei bambini, negando loro il riconoscimento dei loro genitori.
In questo modo davvero li si priva di un diritto.
Negando il riconoscimento del secondo genitore, si fa un torto prima di tutto al bambino: qualora mancasse il genitore riconosciuto, l’altro sarebbe legalmente uno sconosciuto e non potrebbe continuare a prendersi cura del figlio, il quale perderebbe così entrambe le figure genitoriali, ovvero entrambe le persone che sono per lui un riferimento, che lo amano e si sono sempre prese cura di lui. Che lo hanno desiderato e messo al mondo.
Sì, perché questi bambini non esisterebbero se non ci fosse stato un progetto comune tra due persone. Un progetto di vita e di famiglia che arriva ben prima e vale forse di più dell’incontro dei gameti che fa il resto.
Vogliamo quindi ridurre la genitorialità al risultato di un atto sessuale (per il quale – siamo d’accordo – servono due cellule sessuali: una maschile e una femminile) o vogliamo pensare che sia una condizione che nasce da una volontà e da un progetto di vita consapevole (per il quale servono due persone motivate a crescere un altro essere umano)?
Lascio queste riflessioni ai lettori, sperando di averli stimolati a non liquidare frettolosamente la questione e ad andare oltre ad alcuni luoghi comuni.
Per chi volesse approfondire, Arcigay Cremona è a disposizione per fornire una bibliografia e i riferimenti agli studi scientifici riguardo a questo tema. È possibile contattarci all’indirizzo cremona@arcigay.it

Ilaria Giani

• Qui l’articolo sulla dichiarazione di riconoscimento, apparso il 2 agosto sul quotidiano online welfarenetwork: https://www.welfarenetwork.it/crema-coppia-di-mamme-il-comune-dice-si-20180802/

• Qui la lettera di Guido Antonioli pubblicata il 6 agosto su “La Provincia” e  di seguito la risposta di Ilaria Giani apparsa stamattina, 8 agosto.

LE RAGIONI DEL PRIDE @ ARCI FESTA 2018

LUNEDÌ 30 LUGLIO

ore 21:00

LE RAGIONI DEL PRIDE

Come e perché organizzare un Pride in provincia

incontro con:
Diego Zampolli – presidente Arcigay Mantova
Giuseppe Zampolli – responsabile marketing e comunicazione Mantova Pride
Valeria Nicoli e Gaia Ronzoni – responsabili volontari Mantova Pride
modera Ilaria Giani – presidente Arcigay Cremona

ore 22:00
Claudio Tedesco • Deejay Dave • Eric – DJ Set at Arci Festa 2018

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24ª Arci Festa 2018
pace cultura solidarietà
una nuova società civile in movimento

27 luglio • 6 agosto
Parco Didattico Scout
Via Lungo Po Europa, 12 • Cremona
ingresso libero

www.arcicremona.org

STAGIONE PRIDE 2018

Con oggi, 19 maggio 2018, si apre la stagione dell’ONDA PRIDE!
Clicca sull’immagine per vedere il sito e scoprire il Pride più vicino a te!

Arcigay Cremona “La Rocca” aderisce  ai Pride di Bergamo, Mantova, Milano, Pavia e Varese.
Davanti agli atteggiamenti e alle dichiarazioni omofobe da parte dei politici e all’allarme per le parole e gli atti di violenza verso le persone omosessuali e transessuali che si registrano ogni anno in Italia, è estremamente importante far sentire la voce della comunità lgbti e dei suoi sostenitori e sostenitrici. Il Pride nasce come occasione commemorativa dei moti di Stonewall avvenuti nel giugno del 1969, il momento storico in cui la comunità lgbti ha finalmente iniziato a ribellarsi all’oppressione. Il Pride non è però solo una festa o la celebrazione delle conquiste del passato. È anche il motore che rinnova ogni anno il nostro impegno sociale e politico con cui combattiamo tutto quello che i moti di Stonewall hanno solo iniziato a scalfire. Le tante iniziative culturali collaterali alla parata del Pride consentono di fare informazione contribuendo a formare una società sempre più inclusiva e aperta, in cui l’oppressione delle minoranze sia finalmente scongiurata.
Per questo Arcigay Cremona aderisce a tutti i Pride della Lombardia, con una particolare vicinanza ai nuovi Pride che le associazioni lgbti locali stanno coraggiosamente portando anche nelle città più piccole.
Buon lavoro e ci si vede in parata!

Ilaria Giani
Arcigay Cremona La Rocca