Arcigay sostiene lo sciopero generale indetto da CGIL per il 6 settembre 2011. Denunciamo l’iniquità di una manovra finanziaria che comprime pesantemente i diritti del lavoro e dei lavoratori e accentua il drastico ridimensionamento del welfare nel nostro Paese, alimentando un’involuzione civile, sociale e economica che basa sui privilegi e non sui diritti le relazioni e i rapporti sociali. Arcigay esprime estrema preoccupazione e avversa culturalmente, ancor prima che politicamente, l’idea di Paese insita in questa manovra.
L’attacco ai diritti del lavoro e dei lavoratori produce come unico risultato l’aggravamento delle già precarie condizioni di lavoro di tanti/e italiani/e. In particolare i lavoratori e le lavoratrici lesbiche, gay, bisessuali, transessuali si troveranno con sempre meno strumenti per affrontare le frequenti discriminazioni, esattamente come accadrà per i lavoratori disabili, colpiti dall’ articolo 9 della manovra.
Lo smantellamento del sistema del welfare, inoltre, costringerà sempre più la famiglia, e in particolare le donne, a farsi carico del sistema di cura della persona, allontanando cosi il nostro Paese da un’idea di sviluppo economico capace di realizzare le aspirazioni individuali e capace di rinvenire nella felicità umana il primo parametro dello sviluppo.
Tutto questo disincentiverà il lavoro femminile tenendoci lontani dagli obiettivi del trattato di Lisbona. Disincentiverà l’affermazione e il riconoscimento delle nuove forme di famiglia. Non permetterà l’affermazione di diritti ad oggi negati quali, tra gli altri, il riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Inoltre le frequenti dichiarazioni e azioni volte ad accreditare l’idea di un welfare gestito quasi esclusivamente da movimenti religiosi e con un sistema di contributi a pioggia a vantaggio di questi , riporta con grande forza al centro del dibattito politico il tema della laicità dello Stato. Laicità e rispetto della storia della Repubblica messi sotto attacco anche dalla norma che sposta le festività laiche e mantiene quelle religiose. La totale mancanza di riconoscimento dei diritti delle persone lgbt in Italia finisce dunque per essere parametro dell’assenza di un progetto politico, sociale ed economico che guardi autenticamente al bene delle persone.
Arcigay non crede alle sirene propagandistiche, che pongono in contrapposizione i diritti individuali e quelli sociali, e, sostenendo lo sciopero generale indetto dalla CGIL per il 6 settembre 2011, intende sostenere con le sue idee, la sua cultura e la sua storia che un’altra manovra economica è possibile, un’altra idea di Paese è possibile, un’altra idea di sviluppo è possibile.
Paolo Patanè – Presidente nazionale Arcigay