MILANO – SABATO 11 OTTOBRE 2008 ALLE ORE 11.00
PRESSO L’OSPEDALE LUIGI SACCO In Via Giovanni Battista Grassi 74
PRESIDIO DI PROTESTA
In risposta alle inaccettabili affermazioni di Chiara Atzori, che dichiara: “Nei paesi dove è avvenuta la normalizzazione dell’omosessualità i risultati sanitari sono stati devastanti”
“NORMALIZZARE L’OMOSESSUALITÀ AIUTA LA DIFFUSIONE DELL’HIV”
da Gay.it – Lunedì 6 Ottobre 2008
È quanto sostiene, ai microfoni di Radio Maria, l’infettivologa Chiara Atzori. Secondo la dottoressa, i gay hanno un comportamento promiscuo e narcisista che avrebbe effetti sanitari devastanti.
Secondo l’infettivologa Chiara Atzori, che durante la trasmissione radiofonica “Il medico in diretta” risponde alle domande degli ascoltatori di Radio Maria, la ‘normalizzazione’ dell’omosessualità attraverso il riconoscimento dell’orientamento omosessuale come non patologico, la legislazione sulle coppie di fatto e sui diritti delle persone LGBT, ha effetti sanitari devastanti in termini di diffusione di malattie come l’Hiv. Lo dimostrerebbero, a suo dire, i dati sanitari statunitensi e anglosassoni (che cita senza approfondire). Ancora più pericolosi, da questo punto di vista diventano i bisessuali che, sempre secondo la dottoressa Atzori, farebbero da ‘ponte’ tra il mondo gay e quello etero, esponendo quest’ultimo ad un maggiore rischio di contagio. Guardate il video per sentire tutto l’intervento della dottoressa.
Link all’articolo.
Questa la puntata de “Il medico in diretta” di Chiara Atzori su Radio Maria.
Il Medico in diretta a cura della dottoressa Chiara Atzori specialista delle malattie infettive.
Chiara Atzori: Pronto?
Pronto?
Chiara Atzori: Bongiorno?
Buongiorno. Telefono da La Spezia, faccio parte di un gruppo religioso, del terz’ordine francescano. Tra di noi c’è né tanti che pensano di legalizzare l’omosessualità. Anche io ho incontrato frati e preti che pensano di legalizzare così. E io penso anche come legalizzare la droga leggera. Secondo lei se si legalizza tutta questa storia che per me non va legalizzata perché come diceva appunto lei Dio ci ha fatto così e così dobbiamo essere. Secondo lei va ad aumentare questo AIDS o va a diminuire…
Chiara Atzori. Sì…
Questa è la mia domanda.
Chiara Atzori. Beh direi che la domanda è molto chiara e che la risposta era già nella conversazione di oggi però personalmente credo che non sia ragionevole negare che nei paesi dove è avvenuta la normalizzazione dell’omosessualità, e quindi in qualche modo la depatologizzazione intesa come, così, equiparazione un modo di essere come un altro i risultati sanitari sono stati devastanti.
E questo è un dato di realtà che si evince sia dagli studi epidemiologici degli Stati uniti d’America, direi ancora di più dai dati inglesi, in cui veramente la prevalenza delle infezioni nella popolazione omosessuale sono estremamente elevate ma sopratutto dove, purtroppo, anche la propagazione di una normalizzazione dell’omosessualità non fa altro che incrementare anche i comportamenti così detti esplorativi.
Cosa vuol dire?
Chiara Atzori. Che appunto anche la bisessualità diventa una norma ma se nel gruppo del comportamento omosessuale esiste un altissimo rischio il ponte della bisessualità lo porta fuori dal gruppo dell’omosessualità e lo, in qualche modo, apre anche a quella che è la maggior parte della popolazione che è eterosessuale. Questo è il dato di realtà.
Cioè il dato interessante è proprio questo cioè che non si tratta di stigmatizzare come brutti, sporchi e cattivi quelle persone, quegli individui, che hanno un orientamento omosessuale, ma riconoscere un dato oggettivo: in quel tipo di orientamento esiste una tendenza alla promiscuità, a comportamenti autodistruttivi, narcisistici, all’abuso di droghe ecc. che è legato intrinsecamente a che cosa? A quell’orientamento, perché si è visto che cosa?
Contrariamente a quello che si ipotizzava, che fossero così diciamo a volte strani o trasgressivi perché non erano accettati, che questo tipo di comportamento invece è continuato e anzi si è dilagato proprio nei paesi in cui è avvenuta la così detta “normalizzazione”. Per cui non è la normalizzazione che fa scendere o anzi porta ad una crescita o una maturazione umana di queste persone, continua a persistere una gravissima forma di immaturità, tra virgolette, della persona e questo a discapito del fatto che però la normalizzazione apre le porte, anche a livello educativo, a dei modelli che non sono buoni. Quindi in questo senso è chiaro che dobbiamo essere molto realistici, al di là del credo religioso, sul fatto che dove una nazione normalizza a livello proprio legislativo equiparando per esempio le unioni omosessuali a quelle eterosessuali, il modello educativo trasmesso fa sì che quello che comunque a livello culturale veniva considerato diciamo una eccezione, qualcosa di particolare, venga considerato come normale e che quindi non si vede perché non deve essere praticato, percorso, ricercato.
È questa la pericolosità quindi di rendersi conto che la normalizzazione non è come si pensa un modo per dire alle persone che hanno questo orientamento “ti voglio bene” quello glielo posso dire indipendentemente dalla normalizzazione, ma riconoscere che la persona con un certo orientamento ha una ferita, e quindi le voglio bene, ma riconosco la ferita e quindi non normalizzo la ferita, altrimenti quello che è tra virgolette una ferita, potremmo definire patologia, considerata come normalità è chiaro che verrà ad essere una trappola per quelli che invece vi si inoltrano pensando che sia qualcosa di normale
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