Pubblichiamo una mail giunta al nostro indirizzo cremona(at)arcigay.it
Sapevate che in Italia per non risultare più cattolici se si è stati battezzati ma non si è aderenti a questo culto non è sufficiente non frequentare le parrocchie e condurre uno stile di vita di altro tipo ma è necessario anche formalizzare l’uscita dalla Chiesa cattolica?
Chi se ne frega, che differenza fa risultare o meno tale sulla carta? Se non mettete nero su bianco che voi non intendete fare più parte di questo ente religioso mediante un atto di abiura la Chiesa cattolica con la complicità dello Stato italiano, malgrado voi e le vostre indiscutibili idee e scelte di vita, continuerà a trattenere i vostri dati nei suoi archivi e a farne né più né meno l’uso che fa dei dati dei suoi veri seguaci, ovvero:
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mettervi nel calcolo annuale dei suoi adepti e farvi censire dallo Stato italiano come cattolici;
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applicare su di voi il diritto canonico cattolico esattamente come sui suoi fedeli reali e praticanti;
Sì, ma cosa significa ciò esattamente e quali sono gli scompensi pratici che me ne derivano?
Ve lo spiego subito.
LO STATO ITALIANO: «Cittadino Cattolico».
Il battesimo cattolico, amministrato alla nascita a quasi tutti gli italiani per tradizione nazionale, è una prepotenza bella e buona ai danni della libertà d’arbitrio individuale perché l’officiazione di tale rito per mano d’altri e prima di avere acquisito le fondamentali capacità di intendere e di volere è sufficiente alla Chiesa cattolica per poter dichiarare solennemente che la persona è a tutti gli effetti un suo aderente a vita e, grazie a questo trucchetto operato su milioni di neonati, andare poi a sostenere ufficialmente, e in barba ai reali sentimenti e alla reale identità maturata dai cittadini da adulti, che nel paese a seguire la sua dottrina sarebbe ancora oggi niente meno che l’irrealistica cifra del 98% della popolazione!
In conseguenza a questa macroscopica falsazione delle statistiche nei cui conteggi finisce l’intero calderone di tutti gli appartenenti a tutti i pensieri possibili, a meno che non abbiano cittadinanza straniera, è che la Chiesa cattolica può fare tuttora la voce grossa e pretendere con forza che lo Stato italiano persista a essere connivente con essa garantendole ancora i grandi privilegi economici e politici riconosciutile da Mussolini in poi grazie a quel doppio documento antidemocratico e illiberale chiamato Patti Lateranensi (Concordato + Trattato) che consistono in: autorizzazione a diffondere la dottrina tramite la scuola e affiggere simboli religiosi in luoghi pubblici, incassare la quasi totalità dei ricavati dell’Otto per mille destinati allo Stato, non pagare tasse sugli immobili ereditati, godere di capillare presenza mediatica e di potere politico trasversale su tutta la nostra penisola, tutto a grande discapito soprattutto delle categorie da essa perseguitate come gli omosessuali e le donne.
PEDOBATTESIMO –> 98%ITALIANI CATTOLICI –> PRETESA PRIVILEGI
Permettere di farsi catalogare come cattolici anche quando non lo si è più significa quindi, in ultima analisi, favorire la sopravvivenza e l’applicazione di questo documento dispotico, ovvero essere dei più o meno inconsapevoli collaborazionisti di quest’ultimo baluardo europeo di regime feudale assolutistico.
LA CHIESA CATTOLICA: «Fedele Immorale».
Figurare nei registri parrocchiali cattolici ha anche un altro risvolto di tipo puramente giuridico-sociale: per il solo fatto di essere stato battezzato alla nascita la Chiesa cattolica applica su di te un vero e proprio codice morale, il cosiddetto Diritto Canonico, la cui effettività legale sui suoi membri parallelamente alla Legge propriamente detta e valida per tutti è riconosciuta e legittimata dallo stesso Stato italiano. In base a questo regolamento per la Chiesa cattolica è sufficiente che a suo tempo sia stata celebrata questa cerimonia, non importa se nel presente non si è praticanti e nemmeno minimamente credenti, per poter venire in qualsiasi momento richiamati all’osservanza della sua etica e dei suoi dettami, anche pubblicamente e con parole che alcuni potrebbero ritenere giustamente offensive, soprattutto qualora certi nostri comportamenti o certi nostri atti creassero scandalo o particolare fastidio nel clero o tra i cattolici militanti. Il malcapitato di turno che, venendo additato da un qualche cardinale, vescovo o prelato di altro rango come eretico, miscredente, criminale, corrotto o malato e, ritenendo di essere stato insultato e offeso, intentasse una qualsiasi azione legale per rivalersi, quasi certamente si troverebbe a vedere respinta la sua querela e con sua grande sorpresa a ricevere come giustificazione che tali interventi nei suoi confronti erano stati previamente da lui medesimo autorizzati mediante quel famigerato contratto stipulato alla nascita (per mano altrui oltretutto!!!) detto battesimo cattolico! Fino a poco tempo fa rimediare a questo abominevole sopruso non era affatto possibile, nemmeno parzialmente: in Italia chi cattolico nasceva cattolico doveva morire.
In tempi recenti però è entrata in vigore una legge che, anche se non risolve tutte le discriminazioni collettive annullando i Patti, perlomeno rende possibile mettere fine alle prepotenze causate specificamente dall’adesione individuale permettendo di cancellare il battesimo. In altre parole da adesso, pur rimanendo nostro malgrado cittadini di un medievale Stato concordatario, è possibile uscire totalmente e definitivamente almeno dalla Chiesa cattolica istituzione religiosa e risultare anche di fronte alla Legge secondo la nostra vera identità di pensiero!
Come effettuare questa operazione?
E’ semplicissimo: basta compilare il modulo reperibile da varie altre fonti Internet, firmarlo e spedirlo in raccomandata A/R insieme a una fotocopia di un documento d’identità alla parrocchia dove si è stati battezzati o a quella dove si è stati cresimati (è indispensabile inviarla a una di queste due e non a un’altra a caso in quanto solo queste sono in possesso dei nostri dati personali). La parrocchia dovrà rispondere entro 15 giorni dalla firma della ricevuta mediante una lettera altrettanto firmata e apportante il timbro parrocchiale, dicendo che la nostra volontà è stata debitamente annotata, come richiesto, sui suoi registri (tradotto: gli effetti sia civili che religiosi del battesimo sono stati annullati).
Nota: se dopo i suddetti 15 giorni dalla firma della ricevuta di ritorno non vi fosse ancora stata recapitata la lettera di risposta concedete al parroco anche 1 mese o 2 di tempo extra perché egli potrebbe non essere immediatamente disponibile e qualche settimana di comporto sarebbe tollerata anche a livello legale. Eventualmente se i tempi si prolungano troppo potete inviare un sollecito minacciando di ricorrere al Garante per i dati personali e la privacy. Se il risultato alla fine fosse veramente nullo e solo in quel caso (non succede più perché tutti ormai sono al corrente della legittimità di questa pratica e sanno che se continueranno a far uso dei vostri dati personali senza il vostro consenso saranno comunque obbligati a cessare di farlo e potranno per sovrapprezzo essere multati) potrete fare davvero ricorso, vincendo però con certezza assoluta per le ovvie ragioni qui spiegate.
Per maggiori dettagli, se lo desiderate, potete anche scrivere a soslaicità@uaar.it
o contattare l’Associazione Giordano Bruno.
Approfittiamo dunque immediatamente di questa importante novità!
Non collaboriamo con chi ci vorrebbe mettere al rogo o plagiare (la Chiesa cattolica)!
Mandiamo un segnale che non vogliamo essere più trattati come cittadini di serie B a causa delle nostre opinioni e dei nostri stili di vita!
Una volta cancellato il battesimo cattolico niente sarà compromesso: si potrà sia rimanere al di fuori di ogni culto che aderire a un qualsiasi altro (in questo ultimo caso auspicabilmente ad uno più liberale e positivo nei nostri confronti, per esempio alcuni misticismi buddhisti e induisti o, rimanendo in ambito cristiano, la Chiesa valdese).
Sperando che questa informativa possa rendere possibile a quanti più di noi aderire anche pubblicamente e non solo privatamente alle nostre coscienze e alle nostre scelte venendo in base ad esse rispettati, e augurandomi che vogliate diffonderla il più ampiamente possibile attraverso riviste e giornali e pubblicizzarla adeguatamente nei prossimi Gay Pride e in manifestazioni parallele, colgo l’occasione per porgervi cordiali saluti.
Nemo Calissi