Desta stupore il patrocinio concesso dal Comune di Cremona al convegno previsto per giovedì 23 aprile 2015, in palazzo Cittanova “Ideologia Gender fra scuola e famiglia” sulla fantomatica “teoria gender”, organizzato dalla componente più conservatrice del mondo cattolico, purtroppo con la collaborazione dell’Ufficio Pastorale Familiare della Diocesi di Cremona, le cui posizioni, incredibilmente sempre più radicali in materia di parità di diritti e lotta alle discriminazioni, cominciano a destare sconcerto anche fra molti fedeli del nostro territorio.
Confidiamo che proprio la sponsorizzazione di una istituzione religiosa, generalmente ritenuta affidabile come l’Ufficio per la Pastorale Familiare, sia alla base di questo patrocinio da parte del Comune di Cremona, che speriamo in futuro approfondisca meglio i contenuti dei convegni ai quali viene concessa la collaborazione del Comune.
La “teoria gender” è infatti una invenzione polemica, che nella realtà non esiste; un miscuglio di slogan e pregiudizi, un’etichetta creata per scardinare qualunque intervento teorico, giuridico politico o culturale mirante all’avanzamento di politiche che contrastino la disparità tra uomini e donne, e le discriminazioni verso gli omosessuali.
La “teoria del gender” è un artificio utilizzato per spaventare alcune famiglie, manipolarle con premesse false ed usarle, ponendole in rotta di collisione con le istituzioni scolastiche, al fine di garantire la perpetuazione dell’ideologia sessista che anima alcune persone, ideologia che vuole il maschio “macho”, insensibile, violento e prevaricatore e la femmina disponibile a subire la violenza, a comprendere, a perdonare, nella rassegnazione e nella sottomissione. Non a caso pochi mesi fa lo stesso Ufficio per la Pastorale Familiare aveva proposto la presentazione del libro di Costanza Miriano dall’inequivocabile titolo “Sposati e sii sottomessa”.
Facendo leva sulle paure dei genitori, questa inesistente “teoria del gender” viene descritta come una “congiura” della “lobby gay” per “indottrinare” i loro figli all’omosessualità o al travestitismo, insegnando loro che “le differenze tra maschi e femmine non esistono”.
Questo è semplicemente ridicolo: il punto della riflessione sul genere, che deve essere portata nelle scuole, è che maschi e femmine non possono essere ridotti a degli stereotipi. La scuola ha bisogno di pratiche educative che prevedano proprio di formare le nuove persone al rispetto per il prossimo, maschio o femmina che sia, favorendo il dialogo e la frequentazione fra le persone senza pregiudizio per il loro sesso biologico, in modo che sia loro chiaro fin dalla più tenera età che non esistono prima “i maschi” e poi “le femmine”, ma che esistono innanzitutto le persone, a prescindere dal loro sesso o dalla loro tendenza sessuale sia essa eterosessuale o omosessuale.
Gabriele Piazzoni – Presidente Arcigay Cremona “La Rocca”